Onorevoli Colleghe e Colleghi! - A circa otto anni dall'approvazione della legge di riforma delle locazioni, la legge 9 dicembre 1998, n. 431, appare necessario fare un bilancio sui suoi effetti. La legge n. 431 del 1998, al contrario di quanto auspicato al momento della sua approvazione, non ha raggiunto i risultati attesi. Il canale agevolato è stato scarsamente utilizzato e il libero mercato ha determinato un aumento dei prezzi a livelli insostenibili, tanto che dal 1999 la principale motivazione di provvedimenti di sfratto è quella per morosità. Basti pensare che solo a Roma, dal 1997 al 2004, circa 40.000 famiglie hanno subìto lo sfratto per morosità; eppure quelle famiglie non sono presenti nella graduatoria per le case popolari, dove al dicembre 2005 risultavano presenti circa 7.500 famiglie con sfratto eseguito o da eseguire. Perché almeno la gran parte delle famiglie sfrattate per morosità non è presente nelle graduatorie? Perché esse in gran parte appartengono al ceto medio, con redditi superiori al limite di reddito per l'accesso al bando, ovvero 20.000 euro lordi.
In tale contesto è da segnalare che gli sfratti per finita locazione hanno colpito in particolare famiglie conduttrici di contratti di locazione con grandi proprietà private, ex IPAB, enti assicurativi ed enti privatizzati. Sfratti derivanti essenzialmente dalla volontà espressa dalle citate proprietà di richiedere, in occasione dei rinnovi contrattuali, affitti insostenibili anche per famiglie con redditi medio-bassi, le quali si trovavano di fronte al bivio tra